Pietro Marchioni nasce a Roma nel 1950, dove si laurea in Statistica.
Fin dall’adolescenza sviluppa una forte sensibilità artistica. Dapprima trasportato da una passione per la fotografia, che lo porterà fra gli anni ‘60 e ‘90 ad esporre a Roma nel 1967, a Londra nel 1988 e a Durban nel 1993.
Parallelamente è attratto dall’interior design, amore che lo orienta a disegnare e realizzare molti oggetti, dedizione costante che continua ancora oggi. Il desiderio, ai limiti dell’ossessività, di viaggiare e conoscere altri paesi, incontrare culture diverse e apprenderne le lingue, lo indirizzerà a lavorare per il Ministero degli Affari Esteri (dove è funzionario dal 1984 al 2017) grazie al quale si reca, dopo un periodo di alcuni anni nella Repubblica Democratica del Congo, in Uganda nel 1985, nel Regno Unito nel 1988 e nel 2006, in Sud Africa nel 1992, in Austria nel 1995, in Egitto nel 2002 e infine in Lettonia nel 2012.
È proprio in virtù della permanenza in così tanti e differenti paesi, delle contaminazioni culturali nonché artistiche, soprattutto in Africa, che scopre la pittura e le sue straordinarie suggestioni cromatiche che ad oggi contraddistinguono le sue opere: un insieme di figure geometriche realizzate con differenti texture sature di colori vividi.
La forma circolare, tanto utilizzata, è sia un richiamo agli spettacoli esotici di jonglerie circense, che tanto lo hanno incantato durante la sua infanzia, sia chiaro terreno di indagine per esplorare le proprie potenzialità creative.
Queste forme globulari spesso disposte su uno sfondo scuro a volte punteggiato di colori più chiari, rimandano inevitabilmente alle rappresentazioni artistiche di universi saturi di pianetoidi. Di particolare interesse, fra i vari materiali e le tecniche che utilizza per i suoi elaborati, va notato senza dubbio l’incastro creato dal cartone ondulato, incollato come un intarsio su una superficie più rigida; esso, grazie al diverso orientamento delle onde che varia da campitura a campitura, diventa sia superficie che materia pittorica sulla quale intervenire con colori e pigmenti.
L’intero corpus delle opere mostra un’interessante omogeneità formale che dimostra una ponderata ricerca artistica. Fra le mostre recenti ricordiamo la personale di agosto 2018 al Museo Archeologico di Corciano e l’esposizione di Novembre dello stesso anno alla galleria Plus Arte Puls a Roma.
Pietro Marchioni nasce a Roma nel 1950, dove si laurea in Statistica.
Fin dall’adolescenza sviluppa una forte sensibilità artistica. Dapprima trasportato da una passione per la fotografia, che lo porterà fra gli anni ‘60 e ‘90 ad esporre a Roma nel 1967, a Londra nel 1988 e a Durban nel 1993.
Parallelamente è attratto dall’interior design, amore che lo orienta a disegnare e realizzare molti oggetti, dedizione costante che continua ancora oggi. Il desiderio, ai limiti dell’ossessività, di viaggiare e conoscere altri paesi, incontrare culture diverse e apprenderne le lingue, lo indirizzerà a lavorare per il Ministero degli Affari Esteri (dove è funzionario dal 1984 al 2017) grazie al quale si reca, dopo un periodo di alcuni anni nella Repubblica Democratica del Congo, in Uganda nel 1985, nel Regno Unito nel 1988 e nel 2006, in Sud Africa nel 1992, in Austria nel 1995, in Egitto nel 2002 e infine in Lettonia nel 2012.
È proprio in virtù della permanenza in così tanti e differenti paesi, delle contaminazioni culturali nonché artistiche, soprattutto in Africa, che scopre la pittura e le sue straordinarie suggestioni cromatiche che ad oggi contraddistinguono le sue opere: un insieme di figure geometriche realizzate con differenti texture sature di colori vividi.
La forma circolare, tanto utilizzata, è sia un richiamo agli spettacoli esotici di jonglerie circense, che tanto lo hanno incantato durante la sua infanzia, sia chiaro terreno di indagine per esplorare le proprie potenzialità creative.
Queste forme globulari spesso disposte su uno sfondo scuro a volte punteggiato di colori più chiari, rimandano inevitabilmente alle rappresentazioni artistiche di universi saturi di pianetoidi. Di particolare interesse, fra i vari materiali e le tecniche che utilizza per i suoi elaborati, va notato senza dubbio l’incastro creato dal cartone ondulato, incollato come un intarsio su una superficie più rigida; esso, grazie al diverso orientamento delle onde che varia da campitura a campitura, diventa sia superficie che materia pittorica sulla quale intervenire con colori e pigmenti.
L’intero corpus delle opere mostra un’interessante omogeneità formale che dimostra una ponderata ricerca artistica. Fra le mostre recenti ricordiamo la personale di agosto 2018 al Museo Archeologico di Corciano e l’esposizione di Novembre dello stesso anno alla galleria Plus Arte Puls a Roma.