I luoghi della cultura dell'Umbria

(musei, siti archeologici, biblioteche...)



In tutta l'Umbria...
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1
Anfiteatro romano
340 4188488

museoarcheologicoterni@gmail.com
http://www.caos.museum
Indirizzo: Via dell'Anfiteatro - 05100 Terni
Tipologia: Area archeologica | Museo
Accessibile:
Apertura:
Descrizione:

L’Anfiteatro è situato nel quartiere Duomo di Terni, quello meno interessato dalle trasformazioni di epoca moderna. Collocato al margine sud-occidentale dell’area urbana, è il monumento di epoca romana meglio conservato della città, tuttora in corso di scavo. Nonostante la sovrapposizione di strutture medievali e moderne (complesso del palazzo vescovile e della Curia, l’ex chiesa della Madonna del Carmine), l’edificio per spettacoli è ancora apprezzabile in tutto il suo sviluppo ellittico (98.50 x 73 m), conservato in alzato fino a 10 metri. L’anfiteatro è realizzato per lo più in opera reticolata, soprattutto bicroma con elementi piramidali (cubilia), di pietra sponga e di calcare disposti a filari alternati, che in origine accentuavano l’effetto decorativo delle parti a vista.



2
Antico frantoio dell'olio


info.segreteria@comunecostacciaro.it | info@comunecostacciaro.it
http://www.comunecostacciaro.it/storia.htm
Indirizzo: Via Massarelli - 06021 Costacciaro
Tipologia: Museo
Accessibile:
Apertura:
Descrizione:

L'Antico frantoio dell'olio di Costacciaro si trova nel centro storico della città, in via Massarelli all'interno di un antico locale recentemente ristrutturato. Il luogo merita una visita in quanto ripropone tutte le fasi della lavorazione dell'oliva partendo dalla molitura fino alla spremitura e raccolta dell’olio. Il frantoio, databile al XVII-XVIII secolo, è stato in attività fino a non molti anni fa, quando apparteneva al signor Carlo Bartoletti. Si tratta del più grande ed antico frantoio oleario dell'area; è importante testimonianza della coltura dell'ulivo, largamente diffusa, già nel XV secolo, nel ducato dei Montefeltro. Fin dalle origini il frantoio venne chiamato "Il Montano". Il termine deriva forse dal latino "molendium" che significa appunto mulino, attraverso una serie di trasformazioni linguistiche. La struttura si compone di una macina per la pigiatura e la spremitura delle olive e di una poderosa trave in legno di quercia, alla quale è ancorato un contrappeso in pietra. Nel travone in quercia si notano ancora incise le astine con le quali veniva contata la quantità d’oliva arrivata, o quella d’olio ricavata dalla spremitura delle olive, mentre, in un cassetto del Montano stesso, si trova ancora il vecchio blocchetto d’appunti sul quale si segnalavano le entrate e le uscite del frantoio.



3
Antiquarium
075 5188255 | 075 5188260

infopoint@comune.corciano.pg.it
http://www.comune.corciano.pg.it
Indirizzo: Via Cornaletto, 4/C - 06073 Corciano
Tipologia: Museo
Accessibile:
Apertura: Tutti i giorni 10:00-13:00 15:00-18:00
Descrizione:

È situato in bella posizione al margine occidentale della città, subito fuori la poderosa cinta muraria quattrocentesca di Corciano. Aperto nel 2009, è organizzato in tre sezioni: paleontologica, preistorica e protostorica, archeologica, che presentano reperti già in piccola parte custoditi, fin dagli anni Novanta del Novecento, negli ambienti del Palazzo Comunale. Nella sezione paleontologica è possibile ammirare i resti fossili degli ammoniti mesozoici di Migiana (Giurassico inferiore) e quelli dei mammiferi quaternari di Ellera (Pleistocene inferiore); un aggiornato apparato didattico illustra due lontane e importanti tappe della storia del territorio di Corciano. La sezione preistorica e protostorica, costituta principalmente da manufatti litici raccolti in varie località della regione, offre un interessante quadro dell’Umbria dal Paleolitico superiore all’età del Ferro. Due vasi cinerari risalenti a quest’ultima fase testimoniano la diffusione nel territorio compreso tra Perugia e il lago Trasimeno della Cultura Villanoviana. La sezione dedicata all’archeologia classica si apre con le ricostruzioni di due dei tre carri principeschi rinvenuti nell’aprile del 1812 nei pressi di Castel San Mariano (oggi San Mariano), all’interno di una tomba risalente al VI secolo a. C. Segue la parte dedicata ai santuari, semplici recinti o altari realizzati lungo le principali vie di comunicazione e al culmine dei rilievi, dedicati alle divinità protettrici della salute del corpo, della fecondità , del benessere e degli allevamenti. L’età ellenistica è rappresentata dai materiali provenienti dalle necropoli etrusche di Strozzacapponi e di Fosso Rigo con le ricostruzioni di tre sepolture con i materiali di corredo collocati nella posizione originaria. Chiude la sezione un interessante nucleo di oggetti di età romana, rappresentati dai materiali della villa romana di Palazzo Grande e dai corredi di due tombe “alla cappuccina” scoperte nella zona.



4
Antiquarium comunale
0744 951698
0744 951698
montecchio@sistemamuseo.it
http://www.sistemamuseo.it
Indirizzo: Via del Barracano, Località Tenaglie - 05020 Montecchio
Tipologia: Museo
Accessibile: in parte
Apertura: Domenica e festivi 10:30-13:00 16:00-19:00
Descrizione:

L'Antiquarium è situato nel piccolo borgo medievale di Tenaglie, frazione del comune di Montecchio (TR). La visita all’Antiquarium rappresenta l’occasione per conoscere, attraverso gli oggetti esposti, gli usi e i costumi della vasta necropoli del Fosso San Lorenzo, estesa nelle immediate vicinanze di un affluente del Tevere, oggi nell’area protetta del Parco fluviale, di notevole interesse naturalistico. Espone alcuni oggetti di corredo della necropoli umbro-etrusca, in particolare quelli di due tombe ritrovate intatte, attribuite rispettivamente a sepolture di adulti e bambini. Oltre alle suppellettili più comuni, sono illustrati anche gli oggetti di ornamento che connotavano sesso e status sociale del defunto: le donne portavano fermagli in metallo e anellini a spirale d’oro o d’argento per fermare ciocche di capelli, monili e contenitori per unguenti e belletti; punte di lancia in ferro e altri vari armamentari in metallo accompagnavano invece gli uomini. La necropoli, scoperta nell’Ottocento e indagata con metodicità nel corso degli anni 70 del Novecento, fu utilizzata dal VII al IV secolo a.C.
Da marzo 2016 l'Antiquarium si è arricchito della collezione di strumenti musicali, foto e ricordi della Banda di Santa Cecilia di Montecchio, nata nel 1882 e tuttora attiva.



5
Antiquarium comunale
335 7267594

associazioneacqua@libero.it
http://www.turismobaschi.it
Indirizzo: Piazza del Comune - 05023 Baschi
Tipologia: Museo
Accessibile: - n/d -
Apertura: Sabato, domenica e festivi 11,00 -13.00 16,00 -19,00
Descrizione:

Ha sede dal 2000 nei locali al piano terra e al piano interrato del palazzo Comunale, affacciato sulla omonima piazza di Baschi, borgo medievale compreso nel Parco Fluviale del Tevere. Nel piccolo museo si snoda un interessante percorso espositivo centrato sui ritrovamenti archeologici di tutto il territorio comunale, dall’epoca protostorica (XIII secolo a.C.) all’alto Medioevo (VI secolo d.C). Il piano terra ospita la parte più consistente, interamente dedicata allo scavo archeologico nella vicina località di Scoppieto, dove è emersa un’officina ceramica attiva dalla fine del I secolo a.C al 70-80 d.C. Secondo moderni criteri di didattica museale, oltre ai reperti sono illustrati il ciclo di lavorazione della ceramica, il funzionamento di cottura con la riproduzione in scala di una fornace di età romana e le modalità del commercio che si svolgevano lungo il Tevere, con modellini di imbarcazioni per il trasporto delle merci.



6
Antiquarium Comunale
0744 719628 | 329 9482481

cmsu.cooperativasociale@gmail.com | info@comune.otricoli.tr.it
http://www.comune.otricoli.tr.it
Indirizzo: Via Vittorio Emanuele III - 05030 Otricoli
Tipologia: Museo
Accessibile:
Apertura:
Descrizione:

L'Antiquarium ha sede nel settecentesco palazzo Priorale di Otricoli, borgo di origine preromana situato su un'altura dominante la valle del Tevere, nell’Umbria meridionale. Il percorso espositivo illustra le dinamiche insediative di Otricoli, da centro preromano d’altura, a città romana ricostruita a valle presso il Tevere, fino a quella attuale sorta sul luogo della prima. Particolare attenzione è data alla raccolta archeologica che serve ad introdurre la visita al Parco archeologico della città romana, che tra il I secolo a.C. e il I d.C. fu uno dei centri più ricchi e vitali grazie ai commerci che si svolgevano lungo la Flaminia e il Tevere. Nell’Antiquarium comunale, inaugurato nel 2000, l’esposizione relativa alla più cospicua sezione romana si avvale di calchi e riproduzioni fotografiche dei reperti originali, trasferiti via fiume nei Musei Vaticani, dove sono tuttora conservati, subito dopo il loro rinvenimento negli scavi pontifici settecenteschi. La ricchezza e vitalità di Otricoli sono in primo luogo testimoniate dalla testa marmorea (alta ben 58 cm) di una statua colossale, raffigurante con ogni probabilità il Giove del locale Capitolium, il tempio dedicato alla triade divina composta da Giove, Giunone e Minerva, ed era una copia della statua di Giove collocata all’interno del tempio capitolino a Roma. Inoltre dal mosaico policromo delle terme, risalente al II secolo d.C., che ne decorava la sala principale di forma ottagonale. Il percorso didattico chiude con una sezione dedicata al centro medievale e attuale di Otricoli il cui sviluppo architettonico ha visto l’impiego e il riutilizzo di numerosi materiali antichi.



7
Antiquarium comunale
075 9149528

c.bagnarelli@comune.fossatodivico.pg.it

Indirizzo: Via Mazzini - 06022 Fossato di Vico
Tipologia: Museo
Accessibile: no
Apertura:
Descrizione:
L’Antiquarium si trova nel centro medievale di Fossato di Vico. È ospitato nell’edificio che fu la prima sede del Comune e accolse poi il teatro comunale. La visita alla raccolta civica di Fossato di Vico rappresenta un’occasione per conoscere la vita di un’area, la cui fortuna e centralità risiede nella favorevole posizione in prossimità di numerosi assi di traffico che qui s’incrociavano. Fu di fatto inserita lungo il percorso della strada consolare Flaminia, aperta nel 220 a.C., di cui rimangono importanti tracce dei suoi ponti che servivano a scavalcare corsi d’acqua ora scomparsi. Gli oggetti esposti mostrano che il piccolo centro fu vitale dalla protostoria fino all’epoca tardo-antica, e menzionato in modo costante negli itineraria romani, le guide di viaggio che contenevano indicazioni sulle strade, le distanze e i centri urbani. Inaugurato nel 2001, è situato al piano superiore dell’edificio medievale che fu già sede del Comune e del teatro comunale. Articolato in due sale, è centrato sulla storia del territorio e dello sviluppo di Fossato di Vico, l’antica Helvillum, sorta in prossimità del valico di Fossato (740 m s.l.m.), già dalla preistoria funzionale al collegamento dei pascoli estivi dell’Appennino con quelli invernali della costa adriatica. Nella prima sala il territorio è illustrato da antiche carte geografiche, mappe e vedute dal XVI al XIX secolo, nonché da una piccola selezione di oggetti dall’età romana all’età moderna. Seguono reperti ordinati cronologicamente e anche materiali ed elementi architettonici, recuperati da vecchi scavi sulla sommità del borgo, pertinenti a una domus e a una cisterna della fine del I secolo a.C. Relativamente ai tracciati viari antichi che hanno interessato in modo diretto Fossato di Vico, si consiglia la visita ai resti dei ponti romani presso la località Palazzolo, a sud del paese, e verso nord, ai piedi del borgo dove è visibile il ponte di San Giovanni: entrambi indicano il percorso antico della via Flaminia che in questa zona si trovava leggermente più a ovest dell’attuale strada statale.

8
Antiquarium del Teatro romano
075 9220992
075 5728651
sba-umb@beniculturali.it

Indirizzo: Via del Teatro Romano - 06024 Gubbio
Tipologia: Museo
Accessibile:
Apertura: Dal martedì alla domenica 10:00-19:30
Descrizione:
L’Antiquarium è allestito all’interno di un casale che ingloba i resti di una casa romana (domus) con pregevoli decorazioni a mosaico, utilizzata a partire dall’età augustea. Dei quattro ambienti conservati, il maggiore presenta un mosaico a decorazione geometrica che inquadra la raffigurazione dell’episodio di Ulisse e Scilla, realizzato con piccolissime tessere policrome (opus vermiculatum) e ispirato a modelli pittorici di età ellenistica. Il resto dell’esposizione è centrato sulla storia e sullo sviluppo della città e del territorio, documentati con pannelli esplicativi e materiali provenienti dagli scavi della città e delle necropoli. Da quella di San Biagio, in uso tra il VII e il II secolo a.C., provengono i tre crateri a vernice nera che ricordano eleganti forme in metallo prezioso.

9
Archeologia arborea
335 6128439

archeo.arb@libero.it
http://www.archeologiaarborea.org
Indirizzo: Vocabolo San Lorenzo, località Lerchi - 06012 Città di Castello
Tipologia: Museo
Accessibile: - n/d -
Apertura:
Descrizione:

Con lo scopo della salvaguardia di alcune varietà di piante ed ecotipi della zona, nel corso di alcuni anni è stata costituita, nella piccola azienda agricola privata a San Lorenzo di Lerchi, Città di Castello, una ricca collezione di piante coltivate con i sistemi tradizionali del luogo e inserite in un paesaggio agricolo di grande bellezza e suggestione.



10
Archivio comunale di Paciano




Indirizzo: - 06060 Paciano
Tipologia: Archivio
Accessibile: - n/d -
Apertura:
Descrizione:
Il Comune di Paciano ha conservato le carte da lui prodotte e quelle dei fondi delle opere pie, tranne quello dell'Opera Rossini, da tempo immemorabile nei locali del Palazzo comunale, esattamente "in un piccolo deposito idoneo contiguo alla sala consiliare" [1]; in seguito ha trasferito la totalità delle carte relative agli enti assistenziali di beneficenza operanti nel territorio comunale in un edificio di proprietà sito in via Nicola Danzetta 40 dove un tempo aveva sede la Camera del Lavoro. I lavori di ristrutturazione dell'attuale sede dell'archivio storico comunale hanno avuto inizio negli anni 1979-1980 e il trasferimento delle carte è avvenuto intorno al 1988 in occasione del riordinamento dell'archivio storico comunale, come ricordato nell'introduzione dell'inventario redatto a cura della cooperativa "Archivio - Civiltà". Storia a parte ha avuto il fondo dell'Opera pia Tenente Rossini che è stato conservato nei locali del Palazzo Rossini fino all'acquisizione dell'edificio da parte del comune (effettuata intorno al 1979- 1980) e ai lavori di ristrutturazione avvenuti nel 1982; in quest'ultima occasione le carte del fondo furono trasferite anch'esse in municipio dove sono rimaste fino al 2006 quando furono traslocate nell'attuale sede di via Danzetta. Nessuna notizia certa si ha su eventuali incendi o dispersioni importanti avvenute nel corso degli anni a danno dell'archivio; vi sono stati solo episodi di infriltrazione di acqua i cui danni sono stati riscontrati infatti anche su alcuni documenti.

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Area archeologica di Scoppieto
335 7267594 | 328.5430394

associazioneacqua@libero.it

Indirizzo: Località Scoppieto di Baschi - 05023 Baschi
Tipologia: Area archeologica
Accessibile: - n/d -
Apertura: Aperto tutto l'anno solo su prenotazione
Descrizione:

Il sito esteso in località Scoppieto, nel comune di Baschi, occupa un pianoro dominante la valle del Tevere, in una zona ricca di giacimenti di argilla, di acqua e terre fertili. La visita allo scavo archeologico rappresenta il punto di partenza o di arrivo di un itinerario naturalistico - archeologico da effettuare nel Parco fluviale del Tevere, che offre un panorama degli insediamenti sorti in antico in funzione del fiume, agile mezzo di comunicazione e trasporto. La visita trova essenziale complemento in quella dell’Antiquarium comunale di Baschi, dove sono esposti i materiali messi in luce nell’area archeologica. Le indagini, in corso dal 1995 da parte dell’Università degli Studi di Perugia, hanno riportato in luce un santuario di IV secolo a.C su cui si impostò, dalla fine del I secolo a.C., un complesso produttivo di ceramiche. Cessata l’attività, l’area si trasformò in un quartiere residenziale fino al IV secolo d.C. L’officina, in funzione per circa un secolo, fabbricava vasellame da tavola detto “terra sigillata”, dal nome del timbro – sigillum – che serviva ad imprimere sulle matrici dei vasi i motivi decorativi. Oltre a coppe, tazze, piatti e ciotole, dalla caratteristica superficie levigata di colore rosso corallo, venivano prodotti anche lucerne e laterizi. Dall’area sinora scoperta, estesa per circa 2000 mq, sono riemerse le postazioni regolarmente allineate dei vasai, che sedevano vicino ad una vasca per l’argilla, al tornio e a un braciere; in situ si svolgevano anche le altre fasi della lavorazione, dalla depurazione dell’argilla alla cottura dei prodotti; le firme degli artigiani scoppietani apposte sulla ceramica consentono di risalire alla rete di distribuzione delle merci, diffuse su larga scala in tutto il bacino del Mediterraneo, attraverso la via fluviale del Tevere, estremamente vicina ed economica.



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Auditorium San Domenico
0742 344563; 0742 330393; 0742 330396
0742 344563
auditorium@comune.foligno.pg.it

Indirizzo: Largo Federico Frezzi - 06034 Foligno
Tipologia: Teatro
Accessibile:
Apertura: martedì-sabato 10.00-13.00
Descrizione:
La chiesa di S. Domenico, con il convento annesso, è certamente uno dei monumenti più significativi di Foligno. Utilizzata dal 1870 come scuderia dell’esercito, poi come palestra ed infine come magazzino, conserva al suo interno un’autentica antologia della pittura tardogotica. Fu solo dopo il crollo del tetto (1976) che si cominciò ad operare fattivamente per un organico recupero della sua struttura, che sarà portato a termine 20 anni dopo. Oggi gli spazi dell’Auditorium si presentano variamente connotati e polivalenti. Il contenitore storico è rimasto inalterato, mentre all’interno sono state realizzate due passerelle in sospensione di servizio agli impianti illuminotecnici, quasi dei moderni matronei alla stessa altezza di quelli preesistenti. Gli allestimenti interni sono stati progettati in modo da consentire un uso polivalente degli spazi. In corrispondenza del transetto è stata prevista una struttura in acciaio per la riflessione acustica. Le sedute della platea sono state realizzate con poltroncine in parte fisse ed in parte montate su tribune telescopiche retrattili.

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Basilica di San Francesco
075 819001
075 8190035
sacroconvento@sanfrancescoassisi.org
http://www.sanfrancescoassisi.org
Indirizzo: Piazza San Francesco - 06081 Assisi
Tipologia: Chiesa
Accessibile: - n/d -
Apertura:
Descrizione:

Dopo la morte nel 1226 e in seguito alla canonizzazione di S. Francesco, il pontefice Gregorio IX poneva la prima pietra sul terreno che doveva vedere l’edificazione della “specialis ecclesia”. La Basilica consacrata nel 1253 da Innocenzo IV, è costituita dalla sovrapposizione di due chiese, inferiore e superiore, che corrispondono a due fasi costruttive diverse, nelle quali collimano elementi del romanico umbro con il linguaggio gotico di ascendenza francese. Fu iniziata nel luglio del 1228 e fu terminata nel 1230, quando vi fu traslatato il corpo del Santo. Il progetto evidenzia la duplice funzione: la chiesa inferiore destinata a diventare cripta e la superiore di predicazione. L’apparato decorativo delle due chiese, rappresenta il più importante complesso pittorico dell’arte del XIII e del XIV sec., infatti, tra i più eminenti artisti del Duecento e del Trecento italiano vi lavorarono, a partire da Cimabue, Giotto, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, Jacopo Torriti e altri. La facciata della chiesa superiore è caratterizzata da linee semplici e coronata da un timpano triangolare secondo il gusto gotico locale. Il portale gemino e al centro del registro mediano, il rosone di forme cosmatesche fra i simboli degli Evangelisti a rilievo. Sul lato sinistro, la loggia delle Benedizioni costruita nel 1607. Chiesa inferiore: vi si accede per un portale della seconda metà del Duecento; l’interno presenta una pianta a croce egizia con abside semicircolare e corto transetto voltato a botte. La semplice navata è composta da quattro campate con volte a crociera ribassate. Sui fianchi di ogni campata si aprono archi a sesto acuto che s'immettono nelle cappelle laterali aperte sui i due lati lunghi e alle testate del transetto. Affreschi del Maestro di S. Francesco: eseguiti nel 1253 ca. e di notevole interesse iconografico, sono attribuibili al pittore detto Maestro di S. Francesco, di origine umbra influenzato dalla personalità di Giunta Pisano. Cappelle laterali di destra: I cappella di S. Ludovico o di S. Stefano con affreschi di Doni e Giorgetti con quadrifora opera di Giovanni di Bonino e collaboratore. Nel passaggio alla successiva cappella di S. Lorenzo, affreschi della seconda metà del ‘300. II cappella di S. Antonio da Padova con affreschi di Sermei con quadrifora opera di maestri giotteschi e di Giovanni di Bonino. III cappella, della Maddalena, affreschi eseguiti da Giotto e dai suoi collaboratori. Nel presbiterio, l’altare maggiore è opera di marmorari romani. Nelle quattro vele della volta gli affreschi raffiguranti le Allegorie delle Virtù francescane e la Gloria di S. Francesco databili entro il primo ventennio del ‘300. Il braccio destro della crociera è coperto da due fasce di decorazione ad affresco opera dei collaboratori di Giotto sotto la direzione del maestro; nella prima fascia da destra opera di Cimabue, Madonna con Bambino in trono, quattro angeli e S. Francesco e altri affreschi; nella seconda fascia da destra, Crocifissione opera di Giotto e altri affreschi. Cappella di S. Nicola con affreschi dei discepoli di Giotto. Il braccio sinistro della crociera è interamente decorato da affreschi eseguiti tra il 1315 e il 1320 da Pietro Lorenzetti e aiuti. Cappella di S. Giovanni Battista con affresco di Pietro Lorenzetti raffigurante la Madonna col Bambino e i SS. Francesco e Giovanni Battista e bifora che presenta caratteri cimabueschi e romani. Sopra la tribuna in fondo alla nicchia, affreschi attribuiti a Puccio Capanna. La cappella di S. Martino è decorata ad affresco interamente da Simone Martini, tra il 1312 e il 1320. Nell’archivolto dell’arco di ingresso sono raffigurati Sante e Santi e nel resto della cappella Storie di S. Martino. Chiesa superiore: a una navata con quattro campate, transetto ed abside poligonale, interamente coperta da volte a crociera di forma ogivale sostenute da costoloni che terminano con pilastrini a fascio. La luminosità dell’ambiente è conferita sia dalla presenza di grandi bifore sia nella navata che nell’abside che dalla presenza di quadrifore. Le soluzioni architettoniche adottate sono desunte dal Gotico d’oltralpe che trova nella chiesa una fedele applicazione, pur mantenendo caratteristiche della tradizione italiana. Il transetto e l’abside sono interamente decorate da un vasto ciclo di affreschi realizzati da Cimabue a partire dal 1277. Nel braccio sinistro della crociera, Crocifissione, seguono cinque scene apocalittiche. Gli affreschi dell’abside raffigurano le Storie di Maria. Il braccio destro della crociera presenta i Fatti della vita di S. Pietro opera di più maestri legati a Cimabue. A Cimabue sono attribuiti anche gli affreschi della crociera raffigurante i Quattro Evangelisti. All’altezza della III campata, nella volta della campata affreschi di Jacopo Torriti; all’altezza della prima campata, i quattro dottori della Chiesa, riconducibili a più maestri tra i quali il Maestro di Isacco e il Maestro della Cattura. Alle pareti della navata, al di sopra del ballatoio e ai lati delle finestre, Storie del Vecchio e Nuovo Testamento attribuiti a Jacopo Torriti, al Maestro della Pentecoste, al Maestro della Cattura e al Maestro di Isacco. Nel registro più basso della navata, in tre scene ripartire ciascuna da finte colonne tortili unificate da una falsa mensola e dal soffitto a lacunari, si svolgono le ventotto Storie di S. Francesco di Giotto e di altri autori come il Maestro di Isacco, il Maestro della Cattura, il Maestro del Crocifisso di Montefalco e il Maestro della Santa Cecilia. Il ciclo si ispira alla Vita (Legenda maior) di Bonaventura di Bagnoregio.



14
Basilica di Sant'Eufemia
0743 231022
0743 231036
museodiocesano@spoletonorcia.it
http://www.arcidiocesidispoletonorcia.it
Indirizzo: Via Aurelio Saffi - 06049 Spoleto
Tipologia: Chiesa
Accessibile: - n/d -
Apertura:
Descrizione:

Parte del percorso del museo diocesano, la chiesa di Sant’Eufemia, uno dei più interessanti edifici romanici in Umbria, sorge entro il recinto del palazzo Arcivescovile di Spoleto, nella centrale via Saffi. Le notizie più antiche riguardo l’edificio risalgono al X secolo, quando ad esso fu congiunto un monastero di monache benedettine. Gunderada, fondatrice del monastero, nel 980 vi operò la traslazione del corpo del vescovo spoletino Giovanni, martirizzato sotto i Goti. La chiesa venne riedificata entro la prima metà del XII secolo, secondo le forme del romanico spoletino partecipe dell’esperienza architettonica lombarda. Durante il XVII secolo, deleteri adattamenti sfigurarono l’edificio che venne diviso in due piani; la parte inferiore fu destinata al culto mentre la parte superiore fu inglobata dal palazzo Vescovile. Tale situazione perdurò fino al 1907 quando si decise il completo restauro della struttura conclusosi nel 1954. La sobria facciata, con corpo centrale sopraelevato, è decorata da un portale a tre rincassi sormontato da un’elegante bifora e da monofore. Il raro ordinamento dell’interno a tre navate, divise da pilastri e colonne di spoglio, con tre absidi e matronei, riecheggia la struttura della chiesa veronese di San Lorenzo, documentata dal 1110. All’interno il nartece occupa lo spazio della prima campata e rende possibile la comunicazione tra i due matronei. La presenza del matroneo è stata messa in relazione con la tradizione che vede qui collocata la preesistente cappella del palazzo ducale, edificata su modello della cappella palatina di Aquisgrana. L’altare maggiore, proveniente dalla Cattedrale, è decorato da un bellissimo paliotto del XIII secolo con bassorilievi (Agnus Dei e Simboli degli Evangelisti) e ornati cosmateschi. E’ in gran parte perduta la decorazione a fresco dell’abside che conserva solamente nel catino, l’Eterno fra cherubini (XVI secolo). Il percorso museale prevede l'accesso al piano superiore della basilica attraverso la "cappella del Cardinale". Al piano inferiore della basilica, invece, si accede direttamente dal portale della chiesa.



15
Basilica di Santa Maria degli Angeli
075 8051430
075 8051418
basilicaporziuncola@assisiofm.org
http://www.porziuncola.org
Indirizzo: Piazza della Porziuncola, Santa Maria degli Angeli - 06081 Assisi
Tipologia: Chiesa
Accessibile: - n/d -
Apertura:
Descrizione:
La basilica di S. Maria degli Angeli viene costruita tra il 1569 e 1679, la sua struttura ingloba le strutture del convento francescano edificate a ridosso della Porziuncola. Pio V a conclusione del Concilio di Trento, volle la costruzione della basilica, sia per riconoscere l’importanza dell’ordine minorita dei francescani sia per accogliere i pellegrini che tuttora vi affluiscono in occasione dell’Indulgenza del Perdono (31 luglio-2 agosto) voluta dallo stesso S. Francesco. La chiesa compiuta nel 1679 con la costruzione del campanile della parte destra, è a tre navate e fu progettata da Galeazzo Alessi; all’esecuzione della chiesa parteciparono Giacomo Martelli, Giacomo Giorgetti e forse anche il Vignola. A causi dei crolli del terremoto del 1832, la basilica fu in parte ricostruita da Luigi Poletti (1836-40) nelle stesse forme. La facciata venne alzata nel 1925-30.Nello stesso 1930 viene posta al vertice della facciata la statua della "Madonna degli Angeli" realizzata dallo scultore Colasanti, mentre per l'attuale sistemazione del piazzale antistante, si deve attendere il progetto dell'architetto Nicolosi del 1950. L’interno è a tre navate e presenta delle cappelle laterali le cui decorazioni parietali rappresentano la più organica raccolta della pittura umbra del tardo Cinquecento e del primo Seicento. Di notevole interesse artistico ma soprattutto religioso legate alla vita del Santo sono la Cappella della Porziuncola e la Cappella del Transito. La cappella della Porziuncola risalente al X-XI sec. è dedicata a S. Maria degli Angeli o a S. Maria della Porziuncola. Intorno al 1025, S. Francesco vi stabilì la sua dimora restaurandola e fondandovi l’Ordine francescano (1208). La parte superiore della facciata è decorata da un affresco di Friedrich Overbeck da Lubecca (1829) che raffigura “S. Francesco implora da Gesù e Maria la concessione dell’Indulgenza del Perdono”. Sul lato destro sono visibili frammenti di affreschi di influsso senese risalenti al Quattrocento. All’altare, grande pala di Ilario da Viterbo raffigurante” l’Annunciazione e Storie del Perdono”. La Cappella del Transito: è la cella dell’infermeria dove S. Francesco morì il 3 ottobre 1226. All’esterno affreschi di Domenico Bruschi (1886), Morte e funerali del Santo Francescano. Nell’interno affreschi dello Spagna. All’interno della cappella si trova la nicchia contenente la statua di S. Francesco, in terracotta smaltata di Andrea della Robbia. Dalla sagrestia si accede al corridoio che porta al Roseto legato ad una leggenda sulla vita di S. Francesco, piccolo giardino piantato esclusivamente a rosai senza spine. Adiacente al Roseto è la cappella del Roseto (1518) composta da tre ambienti decorata da affreschi di Tiberio d’Assisi, autore anche degli affreschi parietali dell’Oratorio di S. Bonaventura (1506). Lungo il tragitto d’uscita è visibile a sinistra, il chiostro quattrocentesco e ciò che resta del conventino dell’epoca di S. Bernardino di Siena (sec. XV).

16
Bosco di San Francesco
075 813157
075 8198638
faiboscoassisi@fondoambiente.it
http://www.visitfai.it/boscodisanfrancesco
Indirizzo: piazza Superiore di San Francesco - 06081 Assisi
Tipologia: Parco
Accessibile: in parte
Apertura:
Descrizione:

Il Bosco di San Francesco di Assisi è uno splendido esempio di paesaggio rurale italiano di 64 ettari e oltre 800 anni di storia, un vero e proprio cammino interiore alla scoperta del messaggio di perfetta armonia tra Uomo e Creato che San Francesco insegnò al mondo. I visitatori possono percorrere lo stretto sentiero che, partendo dalla Basilica di San Francesco e passando per la Selva di San Francesco (di proprietà della Basilica Papale - Sacro Convento di San Francesco d’Assisi), attraversa terreni boschivi e campi coltivati, radure e oliveti. Giunti a fondovalle, si possono scoprire le testimonianze di un microcosmo abitato, a cavallo tra il XIII e XIV secolo, da monache benedettine che comprende una chiesa, un mulino, i resti di un ospedale e di un monastero e, più avanti, un’antica torre-opificio dalla quale è possibile ammirare il “Terzo Paradiso”, straordinaria opera di Land Art di Michelangelo Pistoletto. Dal 2008, l'area è di proprietà del FAI, che ne sta curando il restauro e ne assicura la fruizione.



17
Botteghe artigiane in miniatura
075 8557698



Indirizzo: Piazza Matteotti - 06012 Città di Castello
Tipologia: Museo
Accessibile: - n/d -
Apertura:
Descrizione:

Il museo delle Botteghe artigiane in miniatura è allestito sotto il loggiato Bufalini di piazza Matteotti,nel centro storico cittadino. La raccolta museale è incentrata sulle riproduzioni in scala di ambienti di vita e di lavoro dell’Alta Valle del Tevere e dell’Umbria. Le scene riproducono nei minimi dettagli  interni di botteghe e di case, con le loro suppellettili e attrezzi. La collezione è arricchita da presepi in miniatura (circa settanta), statici o in movimento, e statue da presepe (circa ottocento). I manufatti esposti, in svariati materiali e di epoche diverse, provengono tutti dalle botteghe artigianali del territorio e sono una preziosa testimonianza di attività tradizionali ancora vive.



18
Campanile cilindrico
075 8554705

museoduomo@tiscali.it
http://www.museoduomocdc.it
Indirizzo: Via del Modello - 06012 Città di Castello
Tipologia: Museo
Accessibile: no
Apertura:
Descrizione:

Ubicato al centro di Città di Castello, poco distante dalla cattedrale dei Santi Florido e Amanzio, cui pure appartiene, il campanile cilindrico rappresenta uno dei simboli architettonici della città. La sua struttura, cilindrica, richiama i campanili ravennati. I conci esterni ne indicano le diverse fasi costruttive: nella parte inferiore, XI – XII secolo, sono più piccoli mentre in quella superiore, XIII – XIV secolo, sono più grandi. La struttura, alta 43,50 m con un diametro medio di 7 m,  termina con un coronamento a cono in cui si trova la cella campanaria con tre campane. Recenti lavori di restauro ne consentono l'accesso attraverso un complesso sistema di scale e comodi pianerottoli che conducono sino alla cella campanaria, con coronamento a cono.



19
Campanile di San Fortunato
075 8945311
075 8944148
todi@sistemamuseo.it

Indirizzo: Via San Fortunato - 06059 Todi
Tipologia: Museo
Accessibile: no
Apertura: 10.00 13.00 - 15.00 18.00 Dal lunedì al venerdì | Sabato e domenica 10.00 - 18.00
Descrizione:
Il Campanile quattrocentesco, pertinente alla chiesa di San Fortunato, svetta sul fianco sinistro dell'edificio religioso. Corso da lesene e ornato da archetti è sormontato da una cuspide piramidale. Dalla sua sommità è possibile godere di un panorama unico sulla città di Todi e la Valle Umbra. Il Campanile fa parte del circuito museale cittadino “parco culturale della città” un servizio che offre Todi per visitare alcuni tra i suoi monumenti più significativi. Prevede diversi prezzi in base al numero di partecipanti per gruppo, partendo da un minimo di 10 persone.

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Cappella di San Severo
075 9471766 | 348 8185541

cappellasansevero@munus.com
http://turismo.comune.perugia.it/poip/cappella-san-severo
Indirizzo: Piazza Raffaello - 06121 Perugia
Tipologia: Museo
Accessibile:
Apertura: Chiuso il lunedì 10:00-13:30 14:30-18:00
Descrizione:

La cappella appare oggi come un vano attiguo all'odierna chiesa di San Severo, nel rione di Porta Sole, nel centro storico della città di Perugia. Un tempo essa faceva parte dell’antica chiesa camaldolese duecentesca, modificata una prima volta nel Quattrocento e riedificata nel 1758.

All'interno è conservata l’unica opera rimasta delle molte che Raffaello realizzò per la città. Si tratta di un affresco raffigurante la Trinità e i santi.

Raffaello, a causa delle molte commissioni che gli venivano da Firenze e successivamente da Roma, non poté portare a termine la decorazione, che fu completata dall’ormai anziano Pietro Perugino, suo maestro, nel 1521. Alla mano di Raffaello si deve il registro superiore con la Santissima Trinità e i santi, mentre, a Perugino i santi nel registro inferiore.

La scultura in terracotta policroma nella nicchia al centro della parete è del XVI secolo.